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Cosa ne sarà della Maturità degli studenti privatisti? Il loro destino è appeso ad una serie di emendamenti in discussione proprio in queste ore in Parlamento e che riguardano la revisione delle modalità di svolgimento dell’esame e le tempistiche dettate dal Decreto scuola. Quest’ultimo recita che “i candidati esterni svolgono in presenza gli esami preliminari al termine dell’emergenza epidemiologica e sostengono l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo nel corso della sessione straordinaria”, vale a dire a settembre inoltrato.

I privatisti chiedono, invece, di svolgere gli esami preliminari online per partecipare all’orale a giugno, insieme con i candidati interni. Oppure di sostenere gli stessi esami preliminari in presenza ma in tempo utile per affrontare l’esame a giugno. La linea adottata dal Ministero (maturità dei privatisti a settembre) impedirà a moltissimi diplomati di partecipare ai test d’ammissione alle università e ai concorsi. Ed è spuntata anche una petizione a favore della battaglia dei privatisti.

Alla luce del Decreto scuola, spiegano, “gli iscritti all’esame di maturità 2020 come privatisti rischiano, dopo un impegno di studio protratto per mesi (che non è assolutamente da meno rispetto a quello dei frequentanti), di non veder concluso il loro iter scolastico contemporaneamente agli altri iscritti. Qualsiasi posticipo di mesi della sessione d’esame precluderebbe infatti la possibilità di accedere ai concorsi pubblici, richiedenti un diploma superiore, con gravi danni alla carriera lavorativa futura. Eventuali ritardi di mesi nello svolgimento dell’Esame di Stato – aggiungono – comprometterebbero l’accesso ai test d’ingresso ad alcune Facoltà Universitarie e l’iscrizione a molte altre. I candidati privatisti non sono studenti di serie B, ma volenterose persone che per motivi sociali, familiari o di salute non hanno potuto seguire il classico iter di studi. La loro volontà di migliorarsi e di migliorare i propri contesti di vita va incentivata e non ridotta ad una prassi burocratica”.

L’emergenza da Covid-19, inoltre, ha causato notevoli difficoltà a reperire materiale di studio, a contattare le segreterie didattiche e problemi in termini di accesso alla didattica online. Tra le altre condizioni di parità avanzate al Ministero, a tal proposito, i privatisti chiedono che i test di idoneità non siano effettuati e che sia dato accesso agli esami direttamente, come avviene per tutti gli altri maturandi. Gli studenti si sono rivolti, attraverso la petizione, direttamente al Ministro dell’Istruzione Azzolina per far sì che il Decreto scuola venga cambiato “in modo da permettere a ciascun cittadino volenteroso di accrescere culturalmente il proprio Paese e non subire tali palesi discriminazioni”.

 

 

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