Hai presente quella sensazione di pesantezza che ti prende quando hai mille cose da fare e non sai da dove iniziare? O magari quando ti senti sopraffatto prima di un’interrogazione…
La scommessa della didattica online che sta cambiando il mondo dell’istruzione
Fino al 20 marzo più del 90% delle università ha erogato la formazione online. Il 94% delle lezioni sono state erogate online, con accesso alle piattaforme da parte di 1 milione e 200 mila studenti e (solo a marzo) sono stati svolti online 70 mila esami. I numeri forniti dal ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, descrivono molto bene lo scenario in atto nel mondo dell’Istruzione italiano in piena crisi da coronavirus.
“L’operazione emergenziale – ha riferito il ministro al Manifesto – è stata gestita con l’obiettivo di garantire continuità dell’azione, ovvero sospendendo lezioni con presenza fisica ma senza interrompere le attività delle università, che avrebbe comportato la sospensione di una serie di obblighi: esami, scadenze per il raggiungimento crediti o per la partecipazione degli studenti agli scambi con l’estero, agevolazione tasse. Parliamo di problemi angoscianti per la ripartenza. Nel frattempo stiamo anche lavorando sul dossier investimenti, anche in riferimento al ‘Piano-Sud’ e ai programmi di trasformazione digitale”.
Uno scenario che secondo gli esperti di digitale ha proiettato il sistema di istruzione italiano di 4 anni avanti nel futuro in pochi giorni. Per non parlare del mondo della scuola che, nonostante le difficoltà iniziali, sta riuscendo a mettere a regime la didattica online in quasi tutti i gradi di istruzione. Una rivoluzione che sta trasformando definitivamente il modo di apprendere di migliaia di ragazzi e il modo di insegnare di centinaia di docenti. Resta la criticità del digital divide in varie aree del paese. Ben il 55% delle scuole italiane, infatti, è situato in aree interne.
“Emerge ancora di più la necessità di superare il digital divide in termini di capacità e velocità di accesso – ha spiegato Manfredi – Più in generale, ciò che servirà nella fase post emergenza sono strumenti per una decompressione sociale. L’emozione forte vissuta oggi ci consentirà di mettere a sistema un approccio che alcuni atenei avevano già iniziato a sperimentare: un’offerta ‘blended’, che abbinerà attività in presenza ad attività online, molto più integrata e inclusiva”.